Incontro a Milano con Sebastiao Salgado, ascoltando la testimonianza diretta di uno dei più grandi fotografi del mondo, insieme al pompiere Mike, 25 anni dopo le grandi immagini dello spegnimento dei pozzi in fiamme nel 1991 con la Guerra del Golfo in Kuwait.

“Non ho mai visto, né prima né dopo quel momento, un disastro innaturale così enorme.” (Sebastião Salgado)

Era il 1991 e la crisi in Medio Oriente e la Guerra del Golfo erano al centro del dibattito mondiale. Quando in Kuwait i soldati iracheni incendiarono oltre 600 pozzi di petrolio per ostacolare l’avanzata della coalizione militare guidata dagli statunitensi, Salgado fu tra i primi fotografi a intuire la reale portata e la gravità di questa situazione.

La guerra si era conclusa da solo un mese e nelle fotografie di Salgado ritroviamo vivido il paesaggio infernale che stava letteralmente bruciando davanti ai suoi occhi. Era in corso un disastro ambientale e decise di documentarlo seguendo l’operato dei vigili del fuoco e dei tecnici specializzati chiamati da tutto il mondo per limitare i danni e arginare le perdite.

 

Salgado con l’amico Mike: il pompiere da lui fotografato 25 anni fa mentre era impegnato nello spegnimento del pozzo petrolifero

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